performance art

BELLA

Quattro figure che conducono lo spettatore all’interno della propria coscienza. Quattro diversi testi, scritti appositamente per illustrare la situazione della donna oggi: quali tasti è necessario toccare per generare il rispetto che va portato? Quali fenomenologie possono venire a crearsi nella mente di coloro che abusano? Quattro monologhi che prendono vita all’interno del medesimo spazio per lasciare il segno e sensibilizzare su temi delicati e civili. Non possiamo chiudere gli occhi nei confronti della violenza domestica: è all’interno delle famiglie che il lavoro deve essere ben calibrato e affinato affinché nessuna forma di violenza possa proliferare. Con questo spettacolo proviamo a tracciare sensibili sentieri che facciano da specchio a coloro che decidono di prendere posizione.

H(AMLET)

E’ ancora attuale portare in scena la nuove versione di un classico del teatro? Come si dovrebbe affrontare un’operazione simile? Per esempio, come nel caso di questa possibilità esplorata, facendo leggere a coloro che collaboreranno come interpreti il testo fondamentale in questione, in questo caso il ‘classico’ scespiriano, lavorando sulla ritmica dei dialoghi ed attuando le traiettorie narrative tramite esercizi esperienziali, per poi chiedere ad ognuno di loro, in base alle differenti esperienze, di scrivere il proprio resoconto di Amleto. Cos’hanno provato nel viverlo, nell’attraversarlo? Cos’hanno desunto da un’esperienza simile? Ecco allora che alcuni piccoli monologhi prendono vita e si offrono a chi guarda, conducendo a riflessioni sempre attuali sul senso pulsante della messa in scena. Ogni volta il cast cambia e il tutto viene preceduto da una breve conferenza che espone e analizza le più importanti regie che sono state praticate utilizzando questo capolavoro intramontabile.

BE THE LIGHT

Dichiarare su qualcosa o qualcuno rimane un atto di fondamentale importanza e di grande responsabilità. Dichiarare significa generare un lascito, disappannare un augurio che è sempre stato lì e che nessuno riusciva a notare. Significa chiamare all’esistenza un fenomeno che prima non esisteva. Dal bisogno di far approdare nuova linfa all’interno delle città nasce questo nostro ‘megafono dichiarativo’, che farà parte di una serie di appuntamenti teatrali che abbiamo in progetto di disseminare lungo le regioni italiane e non, prendendo di mira differenti importanti centri che vogliamo sapere rivitalizzati. Il ciclo si chiamerà proprio IL CORPO DELLE CITTA’ e si occuperà di riunire diversi attori provenienti da quel particolare territorio per aprire un laboratorio creativo della durata di pochi giorni che vedrà come risultato una specifica performance composta dalla combinazione di termini e gesti ben studiati e ricercati che verranno rilasciati, tramite le trovate espressive più innovative, nei borghi, nelle vie, tra i palazzi e dove sarà necessario. Questo primo capitolo, intitolato appunto BE THE LIGHT, è stato elaborato specificatamente per Ivrea.

CENE CE N'E', MA L'ULTIMA

Questo progetto può essere tranquillamente definito come una costola del nostro THE LAST SUPPER. Per concentrarci maggiormente sugli avvenimenti relativi alla cena finale che Gesù decise di fare con i suoi, abbiamo sentito la necessità di intensificare le ricerche, che ci hanno fatto giungere a costruire ed inventare questa conferenza ‘sensoriale’, dove svariati linguaggi si mescolano per celebrare uno dei momenti più importanti della Storia dell’umanità. Esponendo ed analizzando le caratteristiche primarie di un incontro così profondo, proveremo a renderle tattili tramite alcuni spezzoni di famosi film che verranno proiettati e commentati, a cui faranno seguito alcune letture (con musica dal vivo a far da sottofondo) tratte da quei brani dei Vangeli che riportano l’argomento. Si affiancherà a tutto questo anche l’apporto del gusto: in tre diversi istanti verranno servite portate culinarie adeguate e ispirate a quello che dev’essere stato il menù di quella notte per far sì che ci si possa avvicinare meglio a quella tavola che continua ad essere apparecchiata.

COME BACK HOME

Cosa significa realmente ‘sentirsi a casa’? Come si può tornare in quel luogo strepitoso in cui possiamo tranquillamente esclamare: ‘Mi sento come a casa mia’? La parabola del figlio prodigo diviene il testo centrale da cui parte il lavoro intimo e viscerale fatto da regista e attori. Ogni interprete diviene autore, riscrivendo una personale versione della famosa parabola, estrpolandone i temi salienti e sviscerandola fino a ricavarne il senso più autentico. Diverse le premesse, differenti i punti di vista, ecco che prendono vita le svariate interpretazioni: quasi un tragitto terapeutico che sconquassa coloro che assistono per rinnovare il concetto di senso di appartenenza. Ogni performer viene invitato a donare anche suggerimenti relativi alle note di regia, affinché ogni particolare possa poi venir perfezionato da un attento ‘occhio’ esterno. Una cascata di emozioni e di tanti piccoli spettacoli possibili che aggiornano le pagine bibliche, non per stravolgerle, ma per renderle strumento di nuova esperienza.

L'EVENTO DEL SOFFIO

Un candelabro sacro posto su un tavolino trasparente, quasi invisibile, come se l’oggetto stesse lievitando. Sette candele accese in un ambiente totalmente buio nel resto delle sue superfici. Un gruppo di attori che, mentre attendono i visitatori, circondano la luminosità proibendone la vista ad un primo accenno. Quando tutti saranno entrati, lentamente ogni performer potrà andare e associarsi ad uno di loro, prendendolo e portandolo in un angolo specifico per rilasciare una specie di particolare preghiera rivestita di testo e suoni particolari, fino a che condurrà coloro che guardano proprio davanti alla luce delle candele: come reagiamo di fronte al rapporto con ciò che è sacro?

HARVEST

Un pavimento completamente ricoperto di fiori e un gruppo di performer vestiti elegantemente che accolgono gli intervenuti sussurrando le diverse definizioni della parola ‘raccolta’. Ognuno viene condotto al limite estremo della sala per poter percorrere quella superficie intrisa di petali e ricevere un testo profondo su cosa significa ‘raccogliere’ nel campo della vita. Ogni attuante cercherà di riportare la propria esperienza di vita legata al tema della raccolta, aiutando l’ascoltatore a spostare il proprio focus su ciò che conta davvero. Coinvolge e stravolge perchè fa comprendere che anche per questo tipo di processo abbiamo la necessità di non rimanere passivi, ma di attivarci.

HIBANA

Il reading sensoriale ‘Hibana’ è tratto dall’omonimo libro di poesia scritto da Mara Risitano. E’un viaggio dentro la sua anima, che si è sempre riconosciuta diversa, piagata, spesso afflitta dal mal di vivere, ma sempre caratterizzata da una profonda sete evolutiva. E’ un percorso a tappe (è diviso in quattro stagioni simboliche) dal disagio della propria precocità, ad una ritrovata armonia interiore. Come ogni percorso viscerale, tocca dei ‘topos’ che possono essere trasversali anche per altre esistenze (tocca temi come il coraggio della propria diversità, l’importanza di non rinnegare la vulnerabilità, la ricerca di un significato più ampio dell’esistenza che va oltre il qui ed ora, solo per citarne i salienti). Visto il suo viscerale amore per il Giappone, ha scelto di immergere scenicamente tutto questo viaggio dentro atmosfere squisitamente orientali.

L15

Il punto focale da cui siamo partiti è l’abbraccio. Un gesto estremo che coinvolge i due corpi che lo affrontano. Quanto può arrivare a durare? A quali sviluppi può condurre? Studiando il famoso dipinto di Rembrandt, ‘Il ritorno del figliol prodigo’, abbiamo pensato di tradurre lo sviluppo delle braccia del padre che riceve il figlio in immagini viventi, mettendo in gioco il rosso di quel mantello che gli sta sulla schiena, come divenisse il fuoco centrale di una mossa affettuosa presente che il pubblico può osservare e arrivare a desiderare come è giusto che sia per ogni essere umano. Il quadro, proiettato gigante a fare da sfondo, il telo porpora in mezzo a tutto quanto ad attrarre gli sguardi. All’improvviso un abbraccio e poi la scomposizione dei performer che coinvolgono i partecipanti. Un atto totale e rigenerante (come è stato definito da molti che hanno avuto modo di vederlo e assaporarlo).

NAVI DA TERRA

Un altro gesto di attitudine dichiarativa racchiuso in questa presa di posizione nei confronti di una città: ci troviamo di fronte al secondo capitolo del progetto IL CORPO DELLE CITTA’ (di cui BE THE LIGHT risulta esserne il primo), questa volta pienamente dedicato alla meravigliosa Firenze. Ambientato in una sala cinematografica, si sviluppa inizialmente con delle immagini proiettate che descrivono la bellezza cittadina e riportano i dettagli dei maggiori monumenti che caratterizzano il posto. Le ragazze presenti tra il pubblico, già mentre i fotogrammi scorrono, verranno risvegliate da quel guardare che, sensibilizzandole, le richiamerà a rilasciare parole di nuova forza e lampi di denuncia che proveranno a delineare una sorta di piantina interiore di ciò che emerge dall’intersecazione delle vie e dalle nutrite aspettative che pullulano nel centro abitato. Un’attitudine che pian piano le porterà tutte ad avvicinarsi allo schermo per provare ad ispezionare più da vicino. Un atto viscerale che avvolge i presenti spronandoli a praticare il preciso atto di aiuto che, già insito in loro, potrà esplodere e condurre a nuovi miglioramenti.

NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIPITALE

Uno stand up comedy mescolato agli stilemi classici di una conferenza: un linguaggio semplice e acuto per orientare gli spettatori su come utilizzare l’atto del pensare. Da quanti elementi esterni ci lasciamo influenzare? Perché lasciamo che i pensieri negativi spesso e volentieri abbiano la meglio? Da dove nascono i nostri impulsi pensanti? Perché non possiamo fare a meno di agire il pensiero? Ridendo e riflettendo, uno spettacolo caustico diviso in sette tappe per non permettere più a ciò che ci spinge in direzioni sbagliate di continuare a farlo. Dobbiamo decidere chi vogliamo essere e che sguardo gettare sulla vita! Un flusso a voce unica che ci insegna a guardare avanti senza escludere nessun elemento, ma aiutandoci a concederci una nuova capacità analitica. Dobbiamo combattere il pensiero unico a favore del pensiero critico! È già andato in scena in diverse città italiane, tra cui Milano, Torino, Monza, Palermo, Aosta, Roma, Firenze, in attesa di toccare altri centri nevralgici della cultura anche europea.

NIGHT EXPOSURE

Una vera e propria sfilata di moda, con abiti estremamente curati e progettati appositamente per essere ammirati e stupire. La bellezza che ad un certo punto decide di prendere la forma della parola. Quattro donne bibliche che si esprimono attraverso monologhi che mettono a fuoco la loro esperienza di rinascita e trasformazione interiore. Ambienti eleganti e movenze delicate intervallate da racconti precisi che mirano ad incentivare il valore strepitoso del nostro indice di cambiamento. Una particolare modalità di fusione dei linguaggi, dove la moda incontra il teatro, la plasticità e la video arte. Vestiti, creati appositamente per l’evento da un team sartoriale, che valorizzano, ma che non si lasciano intrappolare dalla superficialità. Un evento solenne che viene attivato in luoghi specifici, di ampia spazialità per ricreare le atmosfere tipiche delle classiche sfilate.

NUKLEO

Un unico oggetto di scena posto su una piccola colonnina bianca: quasi un’esposizione d’arte. Dopo che le persone sono state sistemate attorno a tale situazione, esplode il monologo lancinante di un’attrice che parla direttamente alle loro coscienze. Mentre tutto questo accade, altri attuanti opportunamente nascosti, scriveranno dei piccoli e brevissimi testi/ritratto della gente che sta ricevendo: così, semplicemente guardandoli e utilizzando la propria poeticità per tentare di scolpire concetti nuovi su di loro. Al termine del monologo entreranno in scena e rilasceranno a livello personale quello che è stato scritto, per poi concludere con un gesto simbolico accompagnando poi all’uscita gli interessati.

OCCHIOPINO!

Una performer/danzatrice vestita da Pinocchio. Un audio crudo, brutale, che arriva direttamente da un litigio avvenuto realmente all’interno della casa del Grande Fratello: parole buttate al vento, parole che cercano protagonismo, non intelligenti, spiaccicate contro se stesse. Il simil burattino che comincia a lottare come lanciando pugni per aria fino a sfinirsi. Dove sono le nostre reali motivazioni? Una sorta di inchiesta universale in formato performativo. Veloce, rapida, estrema. E se fosse ora di spegnere la televisione? Un evento scenico che assomiglia quasi ad un estratto ricavato da un prodotto più lungo che non esiste e, probabilmente, non esisterà mai. Una sorta di schiaffo artistico che ci chiede di prendere in mano le redini della nostra vita. Accade tutto velocemente, come se per un attimo rivedessimo noi stessi prigionieri dello zapping non capendo più dov’è situata la strada maestra.

PERFORMANCE 0

Questo evento performativo, da noi battezzato come ‘0’, potrebbe rappresentare la base primitiva dell’atto teatrale. Si parte da un tableau vivant dove il giudizio umano controlla e allontana le diverse esistenze. Rumori di pioggia e tempesta. Improvvisamente una scintilla: tutto si scioglie. Gli attuanti si muovono: all’inizio molto lentamente per poi procedere aumentando il ritmo. Fino a ritrovarsi in mezzo al pubblico che era in piedi ad osservare fin dall’inizio. Parole. Personalizzate per ogni spettatore. L’intimità. Il gesto che sprofonda in carezza dell’anima. Quello che viene richiesto a chi assiste è solo di ascoltare aprendosi alla novità.

PINK POETRY

Mara Risitano, scrittrice, regista e attrice, si è cimentata nel tradurre i simboli salienti presenti nel libro del ‘Cantico dei cantici’, che esprimono e descrivono la passione amorosa, traducendoli in chiave fortemente autobiografica, generando un testo che diviene al tempo stesso esplorazione e rappresentazione dei misteri particolari insiti nel volume preso in analisi. Ne fuoriesce un atto performativo che vede l’attrice interagire con immagini proiettate (che a volte predominano la scena a livello luminoso), con il movimento, con il canto e con la recitazione. I vaporosi colori del fuxia cullano lo spettatore conducendolo in una dimensione di ascolto e raccoglimento.

POESIA ATTO ROCK

Sappiamo ancora immaginare? Stiamo lottando per conoscere le nostre virtù? Siamo esseri straordinari, chiamati a vivere pienamente la bellezza che ci caratterizza. Questo comporta un viaggio intraprendente verso il centro del nostro essere, lontano dagli sguardi esterni e la scrittura è un mezzo potentissimo per divenire più consapevoli di ciò che siamo e sentiamo. La poesia è un atto rock, è per antonomasia il luogo in cui l’anima si scontra – con lucidità a volte sovrastante – con gli interrogativi più profondi che la abitano. Porta necessariamente al pensiero critico, a scontrarsi anche con l’altro da sé, fino ad incontrare l’esigenza di una ricerca che va oltre il visibile. Verranno trattati temi chiave quali il coraggio dell’individualità e la forza della vulnerabilità – solo per citarne alcuni – per accompagnare lo spettatore ad una sempre maggiore consapevolezza della forza creativa insita in ogni essere umano. Questi contenuti sono presenti anche nel libro di poesie scritto dall’autrice dal titolo “Hibana: fiori di fuoco”. Lo sfondo autobiografico diventa quindi un’occasione per riflettere sul senso stesso della vita. Durante l’incontro verranno letti alcuni brani del libro per accompagnare lo spettatore in un’atmosfera lirica e sensoriale che solo la poesia sa offrire grazie alle sue note schiette e viscerali.

POIEMA

Ogni individuo è stato creato in maniera stupenda, meravigliosa e unica! Abbiamo pensato di esaltare il senso della bellezza insita in ognuno di noi esercitando ed espandendo le precise abilità di un gruppo ristretto e professionale di scrittori/attori, che si dedicheranno a comporre una poesia personalizzata che verrà rilasciata e declamata al momento, in strada, all’aperto. Un performer/attore per ogni spettatore: un tempo dove coloro che assistono potranno sentirsi ascoltati e accolti per poi ricevere in dono parole scritte imponenti che impatteranno la loro esistenza, perché non solo siamo certi che il ‘poetico’ appartiene a tutti, ma soprattutto che siamo poemi che si esprimono nel procedere su questa Terra. È fondamentale ricordarcelo e non dimenticarlo!

SAUL

SAUL è una performance in cui l’arte visiva e la danza, puramente intesa come movimento, si incontrano, per raccontare la storia dell’umanità che scontrandosi con la presenza di Dio tende, come al solito, a rifiutarLa per cercare la propria indipendenza: simbolicamente, una ballerina classica di fronte ad una lavatrice. La domanda e la risposta: una lotta, il sangue e le conseguenze. Per gran parte della durata risulta tutto immerso nel silenzio, fino a quell’esplosione musicale finale che apre finalmente all’emozione e conduce alla libertà. Due danzatrici (che si alternano nel medesimo ruolo), una lavatrice e un braccio che danza e si trasforma. Il minimalismo estremo che ci chiede di concentrarci su pochi elementi posti in relazione fra loro.

SEMBIANZE

Quattro quadri altamente studiati che prendono vita: a che punto è l’umanità? Quali sono le direzioni migliori che dovremmo smettere di delegare e non stiamo scegliendo? Quattro luoghi diversi che si accendono per rilasciare testi di qualità profetica che parlano all’intelligenza di coloro che desiderano esplorare i canoni dell’atto del cambiare. Parole cesellate e ricercate che mirano a lasciare un segno per sensibilizzare su temi estremamente profondi e che ci riguardano da molto vicino. Situazioni estremamente simboliche che generano nello spettatore la necessità estrema di un nuovo punto di vista. Dobbiamo essere carichi di quel coraggio fatto di sostanza che ci permetterà di metterci allo specchio per capire su cosa è necessario lavorare. Partire dal nostro quotidiano è un dovere: modificare le abitudini tossiche per ripristinare ciò che è strettamente necessario!

SOUL SEARCHING STORIES

A livello scenico, nulla è più forte e convincente dell’atto del testimoniare. Quello della testimonianza è un genere a se stante, inclusivo e profondo. Vita vera srotolata in stanze diverse, dove ogni protagonista parla della verità che lo ha attraversato per redigere la giusta distanza tra un prima e un dopo. Il numero di coloro che narrano varia di volta in volta: coloro che osservano verranno chiamati a muoversi in un percorso a stanze che mutano in luoghi dell’anima, dove nella tradizione del minimalismo più sfrenato a farla da padrona sarà la parola pura. I testi sono scritti e composti direttamente dagli attori stessi.

SUBLIMEN

Si inizia in una sala abitata da tanti tavolini, uguali, circondati da sedie: bianchi. Un ambiente che invita alla convivialità, ma che in realtà consentirà ad un solo spettatore di prendere posto ad un singolo tavolino. Di fronte troverà un foglio bianco e una penna nera. Gli verrà proposto di scrivere le difficoltà che sta incontrando nel cammino della vita: gli inciampi, gli ostacoli che non gli permettono di esprimersi liberamente ed in maniera totale. Dopo averlo fatto dovrà semplicemente mettersi una benda nera che troverà accanto al tavolino. Mentre sarà invitato ad osservarsi ‘dentro’, abbandonando il contatto diretto con ciò che è esterno, da fuori alcuni scrittori comporranno all’istante un testo che servirà di profondo incoraggiamento per un suo nuovo slancio esistenziale. L’ultima fase sarà proprio quella di rilascio del testo alle orecchie dell’ascoltatore, che proprio grazie alla bendatura si sentirà più libero di ricevere e assorbire.

THE LAST SUPPER

‘L’ultima cena’ è solo il titolo di un celebre dipinto di Leonardo o una sigla definitiva che conduce al significativo e reale resoconto concepito da un Dio che si è fatto uomo per guardarci seriamente negli occhi? E’ fondamentale come questo atto teatrale si premuri di raccogliere le voci che sicuramente hanno agito e commentato durante quella serata speciale e unica che ha influenzato il corso della Storia, dove il divino ha mostrato ed illustrato i passaggi fenomenali della preparazione di un sacrificio unico che stava attivandosi in favore di tutti coloro che sarebbero stati decisi ad accettarlo. Un tavolo, il pane e il vino le uniche scenografie. I lumi di poche candele. Si alternano in mezzo a questo scenario le frasi più forti ed eclatanti di coloro che hanno toccato con la propria mano. Immersiva ed ipnotica, è una performance che distrugge il muro tra il passato e il presente, per farci comprendere che siamo sempre invitati.

VISUAL POETRY

Una performance ideata su misura, che vuole rendere omaggio all’arte visiva! Un insieme di poesie che vengono create appositamente per opere (quadri, installazioni, fotografie, sculture) presenti all’interno di un’esposizione d’arte visuale. L’artista/poetessa e regista Mara Risitano traslittera le suggestioni che riceve dalle combinazioni di materiali e colori in preziosi scritti che mirano a portare a galla le sensazioni misteriose che l’ingegnosità artistica è in grado di trasmettere alle corde più profonde del nostro animo. Il risultato verrà poi declamato all’interno del percorso procedendo di opera in opera, molto spesso con l’ausilio di alcuni performer che interagiranno a livello fisico per divenire un’eco delle parole composte. Il risultato sarà sempre accompagnato da speciali tappeti musicali creati opportunamente per generare atmosfere di grande ascolto e raccoglimento. Un happening performativo che può essere richiesto specificatamente e che esplode in una festosa e clebrativa armonia donata dall’incontro dei linguaggi.

WOHP

Un atto scenico che immerge lo spettatore in un vortice di emozioni, tre voci femminili che liberano la propria storia personale per affermare la profonda fame d’Amore che abita in ogni essere umano e che ha necessità di essere saziata da qualcosa di sovrannaturale, da qualcosa che viene dall’Alto. Il canto, la danza, le luci si mescolano in un crescendo espressivo aiutando il processo di sensibilizzazione ad essere completato. La bellezza esiste e va cercata senza mezzi temini, senza compromessi, senza limitazioni. Un modo di proporre il teatro in qualità quadrimensionale: portare il recitato ai massimi livelli di naturalezza affinché gli ascoltatori possano ricordarsi che la vita va direzionata secondo uno scopo, che non siamo su questa Terra soltanto per vagare. Una sola attrice per tre psicologie ben delineate accompagnata da interventi di strumenti presenti dal vivo che rendono i toni ancora più sinceri ed energici.

WORD WOMEN

Word Women è un progetto artistico multidisciplinare che ha come obbiettivo quello di riscoprire i messaggi di grande impatto insiti nelle personalità delle donne bibliche. Ognuna di esse parla ancora oggi di temi fortemente contemporanei e sfidanti per le nostre anime. Donne voluttuose. Donne madri. Donne valchirie. Donne alla ricerca. Tutte, come noi, sfidate a manifestare la propria storia senza vergogna. Personalità chiave il cui io psicologico e spirituale incontra la presenza trasformante di Dio. Ognuna di esse ci ispira ad essere squisitamente vicine alla nostra umanità. Mentre si alternano performance art, poesia, fotografia e video arte, la moda è lo strumento creativo che fa da comune denominatore a questo progetto, per la sua intrinseca capacità di dare voce alla spiccata personalità di ogni donna trattata.

I primi due risultati prodotti appartenenti a questo progetto sono NIGHT EXPOSURE e WOHP.